Usario
I giochi dei bambini e dei grandi
la voch, lu zumbacavall, mazz e tèit’r
I bambini di allora, come quelli di oggi, crescevano giocando. Per ovvi motivi i giochi erano elementari, spesso costruiti dagli stessi bambini (qualche volta sotto la guida dei grandi e qualche volta di nascosto dai grandi).
I giochi assorbivano tutto il tempo libero (quello non dedicato alla scuola e/o alla campagna) e si svolgevano in gruppo, prevalentemente all’aperto, per strada visto che le case erano piccole e nessun bambino aveva la sua stanzetta.
Oltre al gioco del calcio ( con palle di stoffa) si giocava a v’ttìun ( con i bottoni recuperati in modi vari in casa), a voch con piastre di pietra, con regole simili al gioco delle bocce.
Altri giochi comportavano la costruzione del mezzo: era quello della carrozza e del monopattino per i quali non sempre bastava la maestria del bambino ma occorrevano i pezzi e la maestria del falegname.
Di particolare il gioco della carrozza offriva ai bambini l’ebbrezza della velocità in una discesa ripida, a fronte della fatica di spingere la carrozza e il suo guidatore/proprietario in salita.
Altro gioco, ma solitario, era “ lu cìrchj” consistente nello spingere con una bacchetta modulata una ruota ( cerchio di bicicletta o anche una qualunque cosa di forma circolare e resistente).
Si giocava poi “a la guerr” o “a lu pr’ggiunir” replicando in gioco i fatti raccontati dai nonni o dai genitori che l’avevano vissuti nella prima o seconda guerra mondiale.
I giochi più praticati erano comunque lu mazz e tèitr ispirato in qualche modo al baseball dei soldati americani e “lu zombacavall “ nel quale i partecipanti mediante un salto (lu zumb) salivano sul dorso di altri giocatori e la scommessa era sulla durata della resistenza dei giocatori che erano sotto. Se questi cedevano (cacàv’n) prima del termine, rimanevano sotto anche al turno successivo; se reggevano oltre il termine, al turno successivo andavano sotto quelli che prima avevano saltato (zumbat).